Ogni oggetto è condizionato dall’ambiente circostante. Temperatura, luce, umidità, sono solo alcuni tra i vari fattori causa di stress fisici e alterazioni. Mentre negli ambienti indoor è possibile monitorare questi parametri, limitando il più possibili i danni cui le opere possono incorrere, nell’ambiente esterno questo è praticamente impossibile.
Conoscere ciò che accade nell’atmosfera è fondamentale per comprendere le condizioni attuali delle opere d’arte, la loro conservazione e le modifiche che inevitabilmente subiranno nel tempo. È ormai un dato di fatto che i cambiamenti climatici cui stiamo assistendo, stanno accelerando notevolmente i processi di degrado rispetto a quanto accadeva invece in passato.

Fig: Creative commons Cc


Quotidianamente, assistiamo alle conseguenze di tale cambiamento: ondate di calore, siccità, gelo, venti estremi, precipitazioni estreme etc. L'acqua, coinvolta nei cambiamenti di umidità, influenza la crescita di microrganismi su pietra e legno, la formazione di sali che degradano le superfici e la corrosione. Inoltre, le stagioni più secche aumentano la salinità della pietra e l'essiccazione dei terreni che proteggono i resti archeologici e sostengono le fondamenta degli edifici. Piogge intense, inondazioni o semplicemente un aumento delle precipitazioni, possono penetrare nei materiali e rilasciare sostanze inquinanti sulla superficie dell'edificio.
Sappiamo che il cambiamento climatico è strettamente legato all’aumento della temperatura dovuto ai cosiddetti gas serra (l’H2O, CO2, O3, CH4, N2O, CFC etc.). Il surriscaldamento globale comporta intense evaporazioni. La presenza di temperature più alte e di H2O nell’atmosfera, a sua volta comporta che le reazioni corrano più velocemente. Ciò dovrebbe immediatamente collegarsi all’immagine di un’atmosfera più agitata, frenetica e violenta, che terribilmente impatta anche i beni culturali che di conseguenza degradano a ritmi più veloci.


Tra le cause direttamente ascrivibili all’attività umana, la combustione è la più diffusa come fattore di cambiamento. Basti pensare ai mezzi di trasporto come macchine, aerei, navi, all’attività delle industrie, alla cottura di alimenti, al condizionamento ambientale. Tutto ciò che bruciamo produce particolato e gas che inevitabilmente andranno a depositarsi sui materiali, tra i quali non fanno eccezione i beni culturali. Tali emissioni, aumentano la reattività dell’atmosfera che respiriamo e che interagisce con tutto ciò che vive sul nostro pianeta. Processi chimici (per via dell'interazione della superficie con gas, solidi, polveri), elettrochimici (in presenza di acqua ed ossigeno) e molto spesso biologici, agiscono sinergicamente con i materiali dell’opera a formare uno strato di patina, che in base alle diverse circostanze, si rivelerà più o meno dannosa.
La temperatura è un altro fattore chiave per la conservazione delle opere d'arte. Lo possiamo facilmente intuire dal fatto che assieme all’umidità relativa (a sua volta regolata dalla temperatura), è il principale parametro che viene monitorato all’interno dei musei. Possiamo quindi solo immaginare cosa accade laddove non è possibile. Le variazioni di temperatura, tra le altre cose, inducono espansioni termiche nei materiali, le quali non solo sono rilevanti per gli oggetti, ma anche per la stabilità strutturale di monumenti o edifici. Una delle innumerevoli evidenze che descrivono questo effetto di espansione è lo stress termico sofferto dagli Azulejos spagnoli. La radiazione solare che raggiunge gli Azulejos durante il giorno, scalda notevolmente le piastrelle colorate, lasciando però la muratura sottostante più fredda. Le piastrelle espandendosi in dimensione entrano in contatto tra loro, e la pressione esercitata causa fratture sui bordi.


Il cambiamento climatico è un tema che nel 2015 è entrato nell’agenda 2030 con l’obbiettivo di fronteggiare questo grande problema con cui ormai siamo entrati in contatto. Lo studio e la ricerca sono pertanto essenziali per prevedere le conseguenze che in futuro, dovremo aspettarci accadere sui nostri beni culturali, ma soprattutto per incentivare azioni finalizzate alla salvaguardia del pianeta e del nostro patrimonio artistico.

 

Eda Murtic

Art Care Expert

Articolo disponibile su LeadershipMedica